Non solo sapone e cosmetici per hotel Con il Covid, Albogroup si reinventa

Investimenti per diversificare. Con gli alberghi in ginocchio, l’azienda punta sul canale retail. Nuova sede a Lallio e prodotti per l’igiene ad uso domestico. Scommessa sullo shampoo solido.

Non proprio un’inversione a U, ma di certo una bella sterzata. È la mossa con cui la fu Cosmhotel (data di nascita: 1977) si è trasformata in Albogroup a fine 2020. E il cambio di nome è solo l’ultimo passo di una rivoluzione preparata con cura e accelerata dall’effetto Covid. Nel mezzo, infatti, ci sono un cambio di sede – da quella storica di Villa d’Almè a quella nuova di Lallio – e, soprattutto, investimenti per l’acquisto di macchinari che consentissero di realizzare nuovi prodotti.

Perché la Cosmhotel nasce come azienda specializzata nella produzione di saponette e cosmetici destinati agli hotel di tutto il mondo. All’inizio gioca in casa, servendo l’Albergo Ristorante Agnello d’oro dell’amico Pino Capozzi, crocevia di tanti personaggi famosi, e l’Hotel Città dei Mille, proponendo qualcosa di innovativo per la fine degli anni Settanta: saponette con una confezione che ripropone il marchio dell’hotel. Una cosa tira l’altra e l’elenco si allunga, arrivando a comprendere anche l’Albergo Piemontese e l’Hotel Cappello d’Oro. Nel 2019 la produzione di saponette raggiunge i 150 milioni di pezzi, distribuiti in tutto il mondo, dai Paesi europei agli Stati Uniti, fino alla Cina. «La globalizzazione ha un vantaggio nel mondo dell’hotellerie – spiega il titolare Danilo Bonassoli -: una volta che diventi fornitore di una catena alberghiera, lo sei per tutti gli hotel che ha nel mondo». Poi, tra i clienti, sono arrivate le compagnie aree e le navi da crociera. Ma «il Covid – continua Bonassoli, che guida l’azienda insieme alla moglie Antonella Allegrini – ha bruscamente spento le luci sull’hotellerie e noi di punto in bianco siamo rimasti senza lavoro». Ma «potendo contare su una buona cassa, in due mesi abbiamo comprato i macchinari, scommettendo su prodotti da utilizzare stando a casa».

Da qui, ad esempio, «Le allegre lavandaie», profumo concentrato (sei le essenze) per il bucato. Ma anche i profumatori d’ambiente che «alla maniera delle madeleine di Proust, puntano, attraverso le fragranze, a risvegliare i ricordi e le emozioni delle persone», dice Allegrini. «Al momento vendiamo on line, attraverso il nostro sito Internet, ma stiamo creando una catena di distribuzione per negozi e lavanderie». Tra i prodotti su cui c’è una forte aspettativa ci sono shampoo, balsamo e bagnoschiuma solidi: simili a saponette, in un packaging ecosostenibile che non richiede l’utilizzo di flaconi in plastica non dovendo contenere liquidi.

Al momento la destinazione finale è il mondo retail, ma anche quello degli hotel, «che resta il nostro core business, in attesa che la loro attività riparta appieno», precisa Bonassoli. Il punto è che «con il Covid abbiamo capito che non possiamo concentrarci su un solo settore». Nel 2019 il fatturato dell’azienda si è attestato a 7,2 milioni di euro e «prevediamo di tornare a questo giro d’affari a fine 2021, ma l’anno del rilancio sarà il 2022», afferma Bonassoli.

Albogroup conta 20 dipendenti e «quando ripartiremo ne dovremo assumere altri: già adesso abbiamo convertito parte del personale sulle nuove produzioni».

Francesca Belotti